Approccio al progetto di architettura

Il pensiero prima del disegno 10 Novembre 2020

“Alla fine tutto è connesso: persone, idee, oggetti eccetera...

e la qualità delle connessioni è il segreto della qualità in sé e per sé”

 

Charles Eames

 

Quando ci si approccia ad un progetto non si deve avere fretta di mettere sul foglio la prima linea. È necessario approcciarsi in maniera dolce e rispettosa, entrare in punta di piedi in quello spazio che non sarà più nostro alla fine di tutto l'iter di realizzazione, facendo attenzione ad analizzare tutte le necessità delle persone che vivranno quel progetto e quello spazio.

Approcciarsi ad un progetto in questo modo, accompagnerà tutto l’iter di progettazione, un continuo confronto orizzontale che fonde necessità, normativa, controllo e risultato estetico.

A nostro avviso sarebbe utile e necessario portare avanti una metodologia che non prescinda da un approccio umano e dalle necessità legate alla persona, non tralasciando le basi tecniche.

Un progetto ben riuscito porta con sé l’imprescindibile obiettivo di accogliere e sentirsi accolti.

 

Il primo passo per la redazione di un progetto è il concept

Il concept è intuizione

Una linea sottile che accompagnerà tutta l’evoluzione del progetto.

È un dare forma alla parola “perché” ed arrivare ad un punto ideale in cui linee, superfici e materiali sono lì e non potrebbero essere altrove.

 

“Non ci deve essere un'arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare”

Bruno Munari

 

Qualunque sia l’ambito di progetto al quale ci si approccia, è sempre necessario guardare oltre il disegno.

Nel caso di un progetto in ambito Residenziale, non ci si può fermare al calcolo dei metri quadri.

Le abitudini e il modus vivendi di ognuno di noi porta ad avere delle necessità specifiche e personali che si traducono in forme di architettura.

Nel commerciale non c’è solo esposizione ma va data la giusta importanza alla fluidità di scelta per i clienti e alla corretta resa dei colori attraverso la scelta corretta nell’illuminazione sia dal punto di vista tecnico sia percettivo: infatti si dovrà valorizzare anche l’aspetto ottico percepito da chi osserva da fuori, per esempio dalla strada.

 

Il viaggio parte dal rilievo

Questo momento viene spesso sottovalutato, viene inteso come occasione di sola presa misure necessarie al fine di buttar giù qualche disegnare. Non c’è nulla di più sbagliato nella definizione che si da al rilievo! Al contrario infatti, questo è un fondamentale attimo di riflessione dove l’aspetto percettivo è fondamentale. E un momento intimo, tra lo spazio ed il progettista, dove quest’ultimo dovrà capire la giusta vocazione dello spazio per poterlo valorizzare con rispetto e professionalità, un momento dove è necessario comprendere in che modo questo diventerà luogo.

Guardare, osservare, leggere i luoghi.

 

Le fasi successive sono lunghe e complesse. Molti saranno i ripensamenti e i salti di scala che ci porteranno a ragionare senza sosta.

 

L’iter progettuale: dal rilievo al disegno

La fase di sopralluogo è, come abbiamo visto, uno step da cui partire al di là delle misurazioni che sono altrettanto importanti. L’osservazione della struttura permetterà in primis di avere un primo approccio con lo spazio per iniziare ad immaginare come poter disporre ambienti, elementi portanti, luci e molto altro ancora. L’addetto ai lavori sa benissimo quanto importante è questa fase: permetterà infatti di avvicinarsi ad un luogo sconosciuto e farlo suo attraverso la propria mano e la propria immaginazione.

L’esperto sa che nel momento in cui entra in uno spazio non suo, il rispetto del luogo è un tassello fondamentale, a maggior ragione se si tratta di un ambiente storico dove si dovrà apportare una sorta di restauro o messa a nuovo dell’ambiente. Questo spazio delicato dovrà conservare la sua storicità quanto più possibile, facendo emergere gli elementi più importanti, valorizzando le peculiarità che solo un ambiente storico può regalarci.

 

Secondo step è il confronto con il committente: ogni progettista, avrà un suo stile dettato dalla propria formamentis, dal proprio background e non meno importante, dall' approccio personale. Si dovrà fare attenzione a non far prevalere quest’ultimo a quello del cliente e viceversa. Per una pacifica “convivenza”, i bisogni, le necessità e il gusto del cliente dovranno essere guidati dalla nostra esperienza, dando voce alle proprie idee senza sovrastare quelle del committente, spiegando, in caso di impossibilità, la motivazione che non rende fattibile la realizzazione di tutte le richieste.

 

Terzo step è lo studio delle forme e degli spazi prestando più attenzione anche alle eventuali strutture portanti: oggi gli spazi vengono concepiti molto differentemente rispetto a vent’anni fa. Questo perché cultura, società, studi, ricerche, tecnologia, si uniscono per apportare vere rivoluzioni anche nell’ambito architettonico. Oggi il concept dell’open space, dell’apertura piuttosto che chiusura degli spazi, l’abbandono delle forme regolari e troppo geometriche, danno vita ad ambienti moderni e contemporanei molto differenti da quelli che troviamo in molte costruzioni presenti nelle nostre città. Adattarli alla corrente filosofia di fare architettura può essere una sfida per i giovani progettisti quanto per i meno giovani. L’importante è saper riconoscere le possibilità che lo spazio ci concede e saperle sfruttare al meglio.

Le normative ci verranno in aiuto, quindi conoscerle e consultarle è fondamentale.

 

Il quarto step è quello che vede protagonisti carta, penna e righello, o più velocemente, un software che ci aiuti nella realizzazione di modelli realistici degli spazi con render per aumentare la verosimiglianza del tuo progetto.

Questa fase è lunga, non sempre definitiva ma non solo in fase embrionale, persino durante la realizzazione potranno venir fuori imprevisti e problematiche invisibili ad occhio nudo e che solamente mettendoci mano vengono fuori.

Bisogna essere pronti a tutto!

 

Una volta finita la bozza definitiva del progetto la si può confrontare con il committente per l’approvazione o meno del progetto.

 

Alla fine di quest’ultima fase, saremo pronti per far partire il cantiere, non dimenticatevi però dei permessi!

 

Buon lavoro!